L'inganno di The Wolf of Wall Street




Più che una recensione, questo articolo vuole solo essere un piccolo sfogo. Parto dalla premessa che spesso mi trovo in situazione di forte minoranza di fronte a film amatissimi dal pubblico, per questo ci tengo a far conoscere la mia opinione contraria. Continuo a farmi domande su certi film, accolti e incensati in modo praticamente plebiscitario. I tipici film che una volta visti, di solito, inizio a guardare attorno a me, perlesso, domandando "Embè? Tutto qui?". E generalmente attorno a me sono solo applausi. Ed eccomi a parlare dell'ultima fatica del duo Scorsese-DiCaprio, ovvero The Wolf of Wall Street. Osannato da critica e pubblico di ogni estrazione, e dalla ragguardevole media su IMDb, è uno di quei film che, una volta finito di vedere, mi ha lasciato, per usare un termine diplomatico, perplesso.



Senza girarci troppo attorno, reputo The Wolf of Wall Street un film semplicemente insignificante ed inutile, per una svariata serie di ragioni. In primis, sarebbe carino se qualcuno si decidesse a spiegare a Scorsese che non è che il film più è lungo e più diventa bello. Ma proprio per niente. Una storia esile come quella di Jordan Belfort poteva tranquillamente durare un'ora in meno (a essere buoni), e magari focalizzarsi meglio su certi aspetti solo accennati, senza aggiungere lungaggini inutili e fastidiose. Poi dopo un pò, lo spettatore capirà che le lungaggini e le cose fastidiose sono il vero film, ma sarà ormai troppo tardi... 


Non ha senso vedere sempre e solo sesso, droga, protistute e lusso di ogni tipo. Non aggiunge nulla, svia e impoverisce il tessuto narrativo (qualora ve ne fosse uno). Non è che più passi sopra a un concetto e più lo rafforzi, generalmente un concetto abusato è solo svalutato e privo di significato (soprattutto se lo sguardo della cinepresa è ammiccante). Montato in modo più razionale, il giudizio sarebbe (forse) potuto essere più morbido.

Lo scorrere del tempo sembra non avere importanza nell'economia della narrazione, e a pensarci bene risulta abbastanza paradossale la durata del film! Non si ha mai la sensazione di sapere in quale anno, o almeno contesto storico, ci si trovi adesso. E la cosa non è certo un pregio. Il nostro protagonista, nonostante i tanti anni di storia su schermo, nè invecchia nè cresce in termini di caratterizzazione, e per capire il contesto storico si dovrà cercare di afferrare i messaggi ambientali, come vestiti, veicoli o telefonini. Nessun personaggio crescerà in modo apprezzabile durante le tre, interminabili ed estenunanti, ore di pellicola. Sconcertante.


Lo sguardo di Scorsese, come accennato su, sembra addirittura compiaciuto. E, tanto per ingigantire la cosa, DiCaprio infrangerà la quarta parete più e più volte, dialogando direttamente con lo spettatore. Probabilmente la cosa più molesta e fastidiosa in assoluto di tutto il film.

Tra le molte cose che fatico a capire, in termini di produzione, come abbia fatto questo film a costare una cifra così spropositata. Il budget stimato è di 100 milioni di dollari. Per darvi giusto un'idea, è la stessa cifra stanziata per Gravity, pluripremiato film di fantascienza interamente ambientato nello spazio, e film dalla tecnologia a dir poco avanguardistica. E' pacifico che più lungo sia un film e più costoso sarà, ma senza necessità di scene d'azione o di fantascienza, con molte sequenze in interno e quasi solo dialoghi (peraltro, anche qui ci sarebbe da discutere...), è un costo davvero difficile da spiegare.

A rendere The Wolf of Wall Street persino un pò trash, destinando a un invecchiamento precoce, ci si mette una delle computer graphic peggiori che si sia vista al cinema nell'ultimo decennio. Di colpo sembrava di vedere Terminator 2 (con tutto il rispetto per il gioiello senza tempo di James Cameron), ma naturalmente è stata solo una pia illusione di qualche secondo. Non solo elicotteri finti e yacht plasticosi, a rendere il tutto ancora più fasulla ci pensa l'assurdo abuso del green screen, poi mica per cose irrealizzabili. Molti sfondi fuori dagli edifici sono incredibilmente posticci, con fotografia e luci non attinenti, e apice assoluto lo yacht parcheggiato al porticciolo, con la costa italiana aggiunta palesemente in post produzione. Tutto così brillante e finto, quasi da sembrare una parodia, o nel migliore dei casi una pubblicità.



Però, almeno, la sequenza in cui Belfort accusa l'effetto degli allucinogeni merita. Non che ci sia da spellarsi le mani per ore e ore gli applausi, sia chiaro, ma merita. Certo, se vi interessa la questione allucinogena meglio rivolgersi direttamente a qualcosa di un pò più specifico e riuscito (Paura e delirio a Las Vegas, tanto per fare un nome).


In conclusione: per quanto fighetta e costosa possa essere, della spazzatura resterà sempre della spazzatura. Non sarà certo il solo, seppur bravo, DiCaprio a salvare un film che davvero, ripeto, non ha alcuna ragione d'esistere. E non riesco a trovare nessun valido motivo per consigliare a qualcuno tre ore di gigioneggio ad alto costo, autocompiaciuto e inutilmente fracassone. Ci sono modi decisamente migliori per buttare via il vostro tempo.

Non capisco proprio come, nell'epoca in cui gli spettatori manifestano con maggior sofferenza il proprio deficit d'attenzione, sia stato premiato un prodotto così assurdamente prolisso e dal contenuto così risibile. Questo anche per riflettere un pò su quanto possa essere potente il nome di un attore o regista, in grado di influenzare l'esito di un prodotto ameno e senza personalità. Sarebbe curioso sapere se, anche senza il solo DiCaprio, un prodotto così (uguale per contenuti, durata e dialoghi) avrebbe potuto interessare la stessa mole di persone...

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